L’equiturismo rappresenta sempre più un importante comparto del turismo italiano, grazie alle varie attività ricreative legate all’equitazione e all’interazione con i cavalli. Sono 1.375, infatti, le strutture come agriturismi che offrono la possibilità di avvicinarsi ai cavalli non solo ospitando maneggi e corsi di equitazione, ma proponendo anche passeggiate, se non addirittura equivie certificate, che permettono di esplorare il territorio dall’alto di una sella. La crescente attenzione verso un turismo etico e sostenibile è dimostrata anche dai 21.000 associati alla Federazione Italiana Turismo Equestre e Trec, ai quali si aggiungono centinaia di centri sull’intero territorio nazionale focalizzati sulla promozione del turismo equestre, esperienze di trekking e attività all’aperto. Si registrano, inoltre, 30 equivie certificate E.N.G.E.A., che si snodano per 7.000Km su tutto il territorio italiano pensate per offrire ad appassionati e curiosi itinerari sicuri e di qualità, che giocano anche un ruolo cruciale nello sviluppo territoriale e nella salvaguardia dell’ambiente.
La situazione attuale, infatti, mostra come il 9% della popolazione italiana abbia fatto passeggiate a cavallo negli ultimi 12 mesi (+2% rispetto al 2018), con un crescente interesse per questo tipo di attività, in particolare tra i Baby Boomers. Oltre il 70% degli intervistati, infatti, vorrebbe organizzare un’escursione o una vacanza a cavallo nei prossimi 2 o 3 anni. Le destinazioni preferite sono principalmente boschi (20%) e colline (16%) in grado di offrire scenari naturali ideali per queste esperienze. L’interesse per l’equiturismo è particolarmente forte tra i più giovani, che vedono in queste attività un’opportunità per avvicinarsi alla natura e vivere avventure all’aria aperta. Tra coloro che sono già appassionati di mondo equestre, inoltre, si registra una crescita del +2% tra chi ha scelto di fare una passeggiata a cavallo almeno una volta nell’ultimo anno (92% contro il 90% del 2018), considerando che il 54% di loro svolge le escursioni nella provincia di residenza o nella propria Regione, mentre il 20% ha viaggiato per raggiunger altre destinazioni nazionali o internazionali da scoprire dall’alto di una sella. L’equiturismo risulta, infine, un boost per il turismo tradizionale – con il 37% degli intervistati che ha vistato le città o usufruito di altri servizi nel territorio in cui ha svolto attività a cavallo – ma anche per il settore enogastronomico, che vede il 61% del campione scegliere, almeno una volta, un’altra esperienza di degustazione vino/cibo.
Nel servizio Tino Nicolosi, Amministratore Unico di E.N.G.E.A. Ente Nazionale Guide Equestri Ambientali, e Mauro Ferrari di Natura a Cavallo